# 42

SEGRETI E BUGIE

 

Di Carlo Monni

(sostegno morale di Mickey)

 

 

Boston, Massachusetts, sede della Blackpool Inc. Ufficio del C.E.O.[1]

 

Wolverine non si mostra sorpreso di trovare in questo posto l’uomo che odia di più al mondo: il mutante ferino chiamato Sabretooth. A dire il vero, non gli importa nemmeno di sapere se è in questo posto per uccidere l’uomo che lui e gli altri X-Men stanno cercando o per proteggerlo, sguaina gli artigli e si lancia su di lui.

Victor Creed salta agilmente di lato evitando facilmente l’assalto e conficca le sue unghie affilate come rasoi nella schiena di Logan.

-Sei sempre troppo lento per me, Junior.- gli dice ghignando.

-Non chiamami così!- ribatte Wolverine girandosi di scatto mentre le ferite sulla schiena già si rimarginano.

Lo scontro fra i due li impegna così tanto che non si accorgono che l’uomo di nome Malcolm Colcord sta scappando.

 

 

Boston, Massachusetts, sede della Blackpool Inc. Fuori dall’ufficio.

 

È stata una brutta giornata per gli X-Men, cominciata con un viaggio verso la misteriosa Struttura, il luogo dove è stata allevata Laura Kinney, alias X-23. La ragazzina è stata identificata come la figlia biologica di Wolverine ma le circostanze della sua nascita e di tutta la sua breve vita sono ancora oscure. L’unica cosa certa è che c’è un legame col vecchio Progetto Arma X, lo stesso che ha infuso nello scheletro e negli artigli di Wolverine l’adamantio. Qualcuno sta cercando di eliminare ogni traccia uccidendo gli ultimi sopravvissuti di quel progetto.

Malcolm Colcord, ex ufficiale dell’Esercito nonché fondatore e leader della Blackpool, una compagnia militare privata, è uno di questi.

In questo momento, mentre Wolverine e Sabretooth si stanno combattendo, ha deciso che una ritirata strategica sia l’opzione preferibile, ma un uomo massiccio dalla pelle metallica gli si para davanti.

-Spiacente, tovarish.- dice una voce con un leggero accento russo -Non posso lasciarti andare.-

-Io… io…- balbetta Colcord -… di sopra ci sono due tizi con artigli e…-

-Uno di loro è uno dei miei compagni. Siamo qui per proteggerla, Mr. Colcord.- interviene un uomo vestito con un costume blu e giallo e gli occhi coperti da un visore color rubino -Lei è Malcolm Colcord, giusto? Io sono Ciclope, leader degli X-Men.-

-X-Men? Non capisco. Perché qualcuno ce l’ha con me?-

-È davvero sicuro di non saperlo?- ribatte Scott Summers.

Per la prima volta guarda in volto l’uomo davanti a lui. Il volto è ricoperto da una ragnatela di sottili cicatrici che una serie di operazioni di chirurgia plastica non è riuscita ad eliminare del tutto.

-Ricorda il Progetto Arma X?-

Colcord è scosso da un improvviso tremito.

 

 

Genosha, Palazzo del Governatore Generale.

 

Alda Huxley siede su una poltroncina executive in pelle nera tenendo le gambe accavallate. Indossa un elegante tailleur bianco con pantaloni e scarpe in tinta tutto rigorosamente di marca e realizzato su misura per lei. Quella dei capi firmati e la predilezione per il colore bianco sono le poche debolezze conosciute di questa donna dai corti capelli biondi e occhi azzurri freddi come il ghiaccio.

Con un leggero sorriso vagamente sprezzante scruta gli uomini e le donne davanti a lei, seduti al lungo tavolo delle riunioni. Commissari li chiamano. Qualche funzionario del Palazzo di Vetro[2] ha pensato che ministri fosse un termine inappropriato per degli amministratori pubblici nominati da un’organizzazione internazionale per sovraintendere agli affari di Genosha nel periodo di transizione tra il disastroso governo di Magneto ed il ritorno al pieno autogoverno. Lo stesso genio, probabilmente, che voleva che il titolo della Huxley non fosse Governatore ma Amministratore. Burocrati ottusi e vengono pure pagati.

Con gesto deciso la donna spinge la poltrona al tavolo e si rivolge agli altri:

-Bene, signori e signore, direi di cominciare la riunione odierna. Abbiamo molti problemi da risolvere in vista delle imminenti elezioni generali.-

-Mi scusi, Signora…- interviene il Commissario alle Relazioni Interne -… ma tra pochi giorni scade il termine per la presentazione delle candidature alla Presidenza e finora lei è l’unica ad aver depositato le firme necessarie.-

-E dove sarebbe il problema Mr. Petersen?- ribatte la Huxley.

-Beh, se lei fosse l’unica candidata, ci ritroveremo nella stessa situazione che c’è stata con Magneto: un plebiscito contestabile.-

-Lei non ha torto Mr. Petersen. Il problema è che la vecchia èlite è stata spazzata dalla guerra civile e il governo di Magneto ha impedito che se ne formasse una nuova. Temo che ormai i miei concittadini abbiano scarsa dimestichezza con la vera democrazia ma ho già pensato a come affrontare questa spinosa questione.-

La riunione prosegue con la discussione di altre questioni di varia importanza. È la tarda mattinata quando il meeting viene aggiornato e tutti i partecipanti tornato alle rispettive sedi di lavoro.

Alda Huxley attraversa il corridoio con passo svelto seguita dalla sua scorta e raggiunge il suo ufficio privato. Una volta all’interno, sola, accende il suo laptop ed attiva una particolare connessione.

-Pensiamo alle cose serie adesso.- mormora tra sé.

 

 

Boston, Massachusetts, sede della Blackpool Inc

 

Una tigre dai denti a sciabola contro un ghiottone. La ferocia primitiva di un felino estinto da millenni contro la tenacia di un mustelide che non abbandona uno scontro finché non è morta la sua preda o non è morto lui.

In questo caso a combattersi sono due mutanti che hanno come nome in codice quello dei due animali e ne condividono le caratteristiche. Ognuno dei due combatte con ferocia e lo scontro potrebbe durare a lungo perché entrambi sono dotati di un fattore che consente loro di guarire quasi da ogni ferita con velocità proporzionata alla gravità della ferita stessa.

Sabretooth è più forte e più cattivo ma Wolverine è più agile ed ostinato. Hanno combattuto tante volte in passato da aver dimenticato quante. Le ragioni del loro odio forse le hanno dimenticate entrambi come molte altre cose del loro passato. Wolverine ha perso la maggior parte di questi scontri ma stranamente Sabretooth non ne ha mai approfittato per ucciderlo, anche se avrebbe potuto.

Oggi le cose potrebbero essere diverse. Dopo essersi scambiati una tale quantità di colpi da uccidere un uomo comune più volte, i due avversari si fermano ansanti e si studiano in attesa del prossimo assalto.

È Wolverine a parlare per primo:

-Avrei dovuto capire che c’eri di mezzo anche tu quando è comparsa quella Kimura.[3] Non l’avevo riconosciuta in un primo momento a causa del costume diverso, poi ho capito che era la stessa reclutata assieme a te nel team di Wraith quando mi ha convinto a recuperare quel meteorite.-[4]

Sabretooth fa un sogghigno passandosi la lingua tra i canini e replica:

-Tipa tosta eh? Più difficile da uccidere di te e me, il che è tutto dire.-

-Wraith… Kestrel… è anche lui della partita?-

-Perché privarti del piacere di scoprirlo da solo, ragazzo?-

-Avrei dovuto dar retta al mio istinto ed ammazzarti allora ma posso ancora rimediare a quell’errore!-

Con un balzo Logan è addosso a Creed conficcandogli gli artigli nello stomaco.

Sabretooth indietreggia e barcolla ma resta in piedi.

-Il tuo guaio, ragazzo…- dice con una mano sullo stomaco a trattenere l’intestino mentre il fattore di guarigione fa il suo dovere -… è che attacchi per rabbia e istinto. Manchi di strategia ed è per questo che io sono e sarò sempre il migliore!-

Con un movimento improvviso sferra a Logan un calcio rotante e lo manda contro una finestra facendogliela sfondare.

 

 

Istituto Xavier di Istruzione Superiore, Salem Center. North Salem Town, Contea di Westchester, NY.

 

Melody Guthrie è arrivata da poco allo Xavier Institute ma le è bastato per rendersi conto di quanto sia diverso da una qualunque scuola del Kentucky.

Certo… anche prima di lasciare la fattoria di famiglia Melody era perfettamente consapevole che una scuola i cui studenti hanno superpoteri non poteva essere come le altre. Ma in fondo quanto poteva essere diversa da casa sua? Di dieci tra fratelli e sorelle ben sei erano mutanti e vedere gente che vola, muta pelle o lancia raggi elettrici dalle mani è davvero normale in casa sua.

Quello che non si aspettava era la varietà e la diversità di razze, lingue e culture, nessuna sorpresa che si sentisse come la proverbiale ragazza di campagna appena arrivata in città. Sorride pensandoci: per quelli di New York City Westchester è la campagna.

Mentre cammina per il campus si imbatte in una ragazza dai capelli neri che avrà più o meno la sua età e sta seduta sotto un albero. La conosce: la chiamano Blindfold ed è ovvio perché: i suoi occhi sono coperti da una benda bianca.

La ragazza in questione alza la testa verso di lei come se la vedesse.

-È vero, non ho gli occhi.- risponde ad una domanda che Melody non ha fatto e aggiunge -Ciao Melody, io sono Ruth.-

Accento melodioso di qualche parte del Profondo Sud.

-Lo so.- replica Melody -Ci hanno presentato il primo giorno, quando sono arrivata. Sei una telepate?-

-Una specie, sì.- il volto della ragazza si oscura di colpo -Oh, mi spiace tanto, Melody, mi spiace davvero tanto sì.-

-Ti spiace tanto di cosa?- chiede una perplessa Melody.

Prima che Ruth Aldine possa rispondere, ecco arrivare una ragazza giapponese.

-Oh sei qui , Ruth.- dice -Vieni, la lezione sta per cominciare.- squadra Melody .Vale anche per te, Guthrie.-

-Vengo subito, Hisako.- risponde Blindfold.

-Certo che per essere una precog, non azzecchi mai gli orari delle lezioni.-

-Scusa Hisako.-

Una precog, ovvero una precognitiva, una che “vede” nel futuro. E cosa ha visto nel suo da doversi dispiacere? Melody è davvero perplessa.

 

 

Boston, Massachusetts.

 

L’afroamericano con in testa un cappello da cowboy e gli occhi coperti da occhiali da sole seduto al posto di guida di un SUV nero parcheggiato non distante dalla sede della Blackpool Inc. fa una smorfia di disgusto ed esclama:

-Gli X-Men! Ecco un fastidio di cui avrei fatto volentieri a meno.-

-Non dirmi che ti spaventano, Kestrel.- ribatte l’uomo seduto al suo fianco.

-Io non ho paura di nulla e di nessuno, Silas.- replica John Wraith -È solo che gente come Logan ed i suoi amici preferirei averla come alleata piuttosto che come nemica.-

-Tutti noi vorremmo quello che non possiamo avere. Meglio farsene una ragione.-

L’uomo di nome Cyber scende dall’auto e si rivolge alla donna sul sedile posteriore:

-Sei con me, Deathstrike?-

-Certamente.- replica Yuriko Oyama, meglio nota come Lady Deathstrike seguendolo.

John Wraith aspetta un paio di secondi poi sbuffa:

-Al Diavolo !-

Un attimo dopo è scomparso.

 

 

Fuori dalla sede della Blackpool.

 

Che l’accenno al Progetto Arma X abbia scosso Colcord è evidente a tutti, nonostante le sue parole:

-Arma X? Cos’è? Non ne so niente.-

-Io ti conosco!- esclama improvvisamente Laura Kinney -Venivi spesso alla Struttura. Avevi una maschera sulla faccia ma riconosco il tuo odore.-

-Non è vero!- ribatte Colcord -Io non ho mai…-

-Io so quel che dico.- insiste la ragazzina.

-Ed io ti credo.- replica Ciclope -Allora, Mr. Colcord, come la mettiamo? È disposto a dirci la verità o devo lasciarla alle tenere cure della nostra giovane amica? È la figlia di Wolverine, sa? E le assicuro che è ansiosa di ripetere sul suo volto quel che suo padre ci ha fatto anni fa.-

Laura fa un sorrisetto maligno e sfodera i suoi artigli.-

-Voi non oserete!- ribatte l’uomo -Siete supereroi e anche agenti federali, conosco quelle stelle. Non potete torturarmi.-

-E non lo faremo, infatti. Il problema è che Laura è piuttosto… impetuosa, diciamo, e non crediamo di essere capaci di trattenerla ora che ha la possibilità di vendicarsi di chi l’ha vessata e torturata sin dalla nascita per trasformarla in una perfetta assassina. Per tacere della morte di sua madre.-

Prima che Colcord possa rispondere qualcosa esplode alle spalle di Ciclope.

Gli X-Men sono sbalzati lontano.

Colosso si rialza e vede emergere dal fumo la figura di un uomo.

 

 

Qualche minuto prima.

 

Il suo nome in codice è Kestrel e come un rapace attacca con rapidità ed efficienza. Se l’animale da cui prende il nome[5] usa gli artigli come arma, lui ne preferisce un’altra: bombe, piccole ma molto efficienti. Ha anche un’altra abilità, un vero superpotere, anche se preferisce non usarlo in pubblico: il teletrasporto istantaneo. John Wraith, ammesso che sia il suo vero nome,[6] è un mutante, doppiamente appartenente a minoranze, quindi ma non gli interessa molto dei suoi simili, siano essi afroamericani o mutanti, piuttosto, è interessato a ciò che può tornargli utile.

L’incarico avuto dal Consorzio Ombra di cancellare ogni traccia del Progetto X è ben pagato, uccidere non gli ha mai posto problemi ed anche se qualcuno dei suoi compagni d’avventura non è esattamente un tipo piacevole, può sopportarlo per il bene del suo conto in una banca di Isla Suerte.

L’idea di affrontare gli X-Men non gli piace per niente ma non ha molta scelta.

Appare alle spalle degli X-Men mentre stanno interrogando Malcolm Colcord. Lancia una granata del tipo flash bang e scompare di nuovo. Che se la sbrighino gli altri adesso.

 

 

Un luogo segreto degli Stati Uniti.

 

Emma Frost si sveglia di colpo e dalle labbra le sfugge un nome:

-Paige.-

Ha sempre mantenuto un legame telepatico con i suoi allievi e Paige Guthrie non faceva eccezione, anche se non ne era consapevole. Ora quel legame si è spezzato improvvisamente e ciò può voler dire solo una cosa.

-Non anche lei, no.-

Molti pensano che questa donna sia fredda, spietata, calcolatrice. Che ogni sua azione sia guidata esclusivamente dal tornaconto personale. Non hanno completamente torto ma allora come spiegherebbero le sensazioni che lei prova in questo momento: un misto di tristezza, rabbia e, sì, anche rimpianto?

Magneto, al suo fianco, si sveglia anche lui e, perplesso, le chiede:

-Qualcosa non va, Emma?-

Lei sfodera il suo miglior sorriso e risponde:

-Nulla, è tutto a posto… tutto a posto. Ma ora che siamo entrambi svegli, perché non ci dedichiamo ad un’attività decisamente piacevole?-

-Emma…-

-Zitto e lascia fare a me.-

Tutto pur di non pensare a certe cose.

 

 

Boston, Massachusetts.

 

L’esplosione non ha provocato danni ma quando il fumo si dirada, gli X-Men si trovano di fronte a nemici ben determinati.

Colosso si sta rimettendo in piedi quando degli artigli lo colpiscono al petto.

-Lady Deathstrike!- esclama riconoscendo la donna che l’ha aggredito.

-Non avrei voluto affrontarti, Russo.- gli dice lei continuando a colpirlo.

-Mi dispiace, Tovarish Oyama...- ribatte Piotr Rasputin -… ma dovrai metterti in fila.

-A me tu vai benissimo.- dice una voce maschile un attimo prima di colpire Colosso con un pugno che lo fa letteralmente volare lontano.

Lady Deathstrike resta un attimo perplessa poi qualcuno le salta addosso sbattendola al suolo.

Yuriko Oyama sorride nel vedere chi l’ha aggredita.

X-23!- esclama -Eri il mio secondo bersaglio dopo aver sistemato tuo padre.-

-Ti farò a fette prima.- proclama Laura Kinney colpendola ripetutamente.

-Se te lo lascerò fare, stupida bambina.-

Lady Deathstrike riesce a sbattere lontano Laura ma la giovane fa una capriola ed atterra sui talloni.

-Non sono una bambina, sono quella che ti ucciderà!-

Estrae anche l’artiglio che cela tra le dita dei piedi e balza verso la sua avversaria che fa altrettanto.

 

Ciclope riconosce immediatamente l’aggressore di Colosso: Cyber.

-Attenti!- urla agli altri -I suoi artigli rilasciano un potente allucinogeno fatale per chi non ha un fattore di guarigione!-

-Grazie dell’avvertimento, capo.- replica Shadowcat diventando intangibile -Sono brava a non farmi toccare se non voglio.-

Infila il braccio destro nel petto di Cyber solidificandolo parzialmente.

Silas Burr ride.

-Questo doveva farmi male, baby?- chiede con tono irridente.

Kitty Pryde è sbalordita: quel vecchio trucco non ha funzionato.

Cyber la afferra per il collo.

-È un vero peccato spezzare un così bel collo…- afferma -… ma è la guerra.-

-Non farai del male a Katya!- urla Colosso piombandogli addosso.

 

 

Sede delle Meridian Industries, New York.

 

Cordelia Frost entra nella sala riunioni attirando l’attenzione dei membri del Consiglio Direttivo. Indossa un tubino nero corto con le spalle scoperte e scarpe firmate con tacco 12, un abbigliamento più adatto ad un party selvaggio che ad una riunione d’affari.

Senza badare agli sguardi di disapprovazione si siede a capotavola di fronte al Presidente del  Consiglio.

-Dunque, signori…?- esordisce la ragazza.

Il Presidente si schiarisce la voce e dice:

-Miss Frost… questo consiglio e gli amministratori da esso nominati stanno gestendo questa società sin da… dal disgraziato incidente di sua sorella Adrienne…-

-Chiami pure le cose col loro nome: non è stato un incidente ma un omicidio. Adrienne è stata assassinata con un colpo di pistola e per dirla tutta, io sono convinta che sia stata mia sorella Emma a spararle.-[7]

Un brusio accoglie quelle parole. Cordelia riprende a parlare:

-Ma non è per parlare delle mie sorelle che siamo qui, giusto? Tempo fa vi ho fatto una richiesta ed attendo ancora una risposta.-

Il Presidente del Consiglio dei Direttori si schiarisce ancora la voce evidentemente a disagio e replica:

-Il Consiglio ha preso in considerazione la sua richiesta di essere nominata Presidente e C.E.O.[8] della società, Miss Frost, ma ha deciso di respingerla. Francamente la giudichiamo inadeguata.-

Un lampo passa negli occhi di Cordelia che ribatte in tono freddo e duro:

-Francamente me ne infischio[9] di quel che pensate. Se non lo sapete, oltre ad aver ereditato metà del pacchetto azionario di Adrienne, sono stata anche nominata amministratrice dei beni di mia sorella Emma durante la sua latitanza e questi beni comprendono anche il resto delle azioni di Adrienne. In più ne ho rastrellato un po’ sul mercato e raccolto le deleghe di alcuni piccoli azionisti. In parole povere o mi nominate Presidente Esecutivo e restate al vostro posto o convocherò un’assemblea degli azionisti e vi mando tutti a casa. Mi aspetto una risposta domattina. Arrivederci. -

Cordelia esce dalla sala lasciandosi dietro gli esterrefatti consiglieri.

 

 

Boston, Massachusetts.

 

Colosso colpisce ripetutamente Cyber senza dargli tregua. La sua storia con Kitty Pryde può essere finita da tempo ma lei occupa comunque un posto speciale nel suo cuore e nessuno può permettersi di farle del male, nessuno!

Cyber sopporta ogni colpo sulla sua pelle rivestita di adamantio. Attende con pazienza che il suo avversario si stanchi e rallenti il ritmo ed in quel momento colpisce.

Un‘artigliata penetra la pelle metallica di Colosso facendo entrare il veleno di cui gli artigli di Silas Burr sono ricoperti.

La particolare fisiologia di Piotr Rasputin sembra proteggerlo dagli effetti più deleteri del veleno. Ciononostante il mutante russo sente le gambe cedergli e la testa girare. Cyber ne approfitta per colpirlo ripetutamente.

-Ora basta, zuccherino.-

Il pugno di Rogue non scuote Cyber, è abituato a colpi peggiori, ma quel che accade dopo lo prende totalmente di sorpresa: la mutante del Mississippi lo bacia.

Cyber crolla sulle sue ginocchia mentre Rogue esclama:

-Mio Dio, che razza di pensieri disgustosi! Sei un vero pervertito e…-

-Cosa… mi… hai… fatto….?- borbotta Cyber.

-Tu… dovresti essere svenuto!- ribatte Rogue.

Silas Burr rialza piano la testa.

-Sono un duro, non lo sapevi, bellezza?-

Afferra il polso destro di una sorpresa Rogue.

-Ho sentito parlare di te.- le dice stringendole il polso -Rubi la mente alla gente. Non ti si può toccare senza svenire. È per questo che non ha un boyfriend? Si stufano presto di un amore solo platonico?-

Ho anche sentito dire che sei invulnerabile ma io scommetto che uno con una superforza come la mia può spezzarti il polso e qualche altro osso.-

-E credi che te lo lasceremo fare?-

A parlare è stata Tempesta. È sollevata dal suolo di qualche metro. I suoi occhi sono bianchi e non mostrano le pupille. Il cielo intorno a lei si è rannuvolato, l’aria è carica di elettricità.

-Non farai altro male alle mie amiche!- grida Ororo Munroe.

Un fulmine colpisce Cyber rispedendolo in ginocchio. Lui prova a rialzarsi, ma un raggio color rubino lo colpisce in pieno petto. Rimbalza su una vicina parete e poi su un’altra ed infine colpisce di nuovo Cyber, stavolta alla schiena. Silas Burr cessa di muoversi.

-Gioco di squadra.- proclama Ciclope aggiustandosi il visore -Qualcosa che tu non conosci.-

Il suo sguardo spazia tutt’intorno. Vede Wolverine continuare il suo scontro con Sabretooth e, poco lontano, X-23 impegnata con Lady Deathstrike.

Wolverine può cavarsela anche da solo ma Laura sembra in difficoltà.

Forse sarebbe il caso di aiutarla.

Prima che Scott Summers possa agire, accade qualcosa che lo prende completamente di sorpresa

 

 

In un luogo segreto.

 

L’uomo è abbastanza nervoso. La sua committente. Chiamiamola così, non è un tipo facile con cui trattare.

La voce, come al solito, è alterata elettronicamente e sul monitor l’immagine è oscurata. L’unica cosa di cui è certo è che sta parlando con una donna.

<<Come stanno procedendo le operazioni di bonifica?>> chiede la donna in questione.

Bonifica, un termine asettico, come se stessero parlando della ripulitura di un qualche luogo e non di omicidi a sangue freddo ed altre piacevolezze simili. Chiamando le cose con altri nomi i membri del Consiglio Ombra si illudono, forse, di prendere le distanze dagli atti che ordinano lasciandone la responsabilità solo a quelli come lui.

L’uomo tiene per sé queste considerazioni e risponde:

-Come previsto almeno sino a questo momento.- esita un istante poi aggiunge -A Boston gli X-Men sono arrivati a Colcord prima che…-

<<Era previsto che gli X-Men interferissero, anche se speravo che arrivassero più tardi. Poco male: se Colcord sa qual è il suo bene, non parlerà ed anche se lo facesse, nulla di quel che sa può davvero danneggiarci.>>

-Conosce dei nomi.-

<<Che non serviranno a nulla se apparterranno a dei morti. Confido che provvederà adeguatamente al riguardo.>>

Il messaggio era forte e chiaro anche nei suoi significati impliciti.

La donna interruppe il collegamento.

 

 

Boston, Massachusetts.

 

La caduta di due piani non ha fatto troppo male a Logan e subito dopo Creed è saltato giù e lo scontro è proseguito anche fuori dal palazzo in sostanziale parità: nessuno dei due contendenti riesce a prevalere sull’altro nonostante la lotta sia accanita e senza esclusione di colpi. Improvvisamente lo sguardo di Wolverine cade sugli altri scontri e su uno in particolare:

-Laura!- esclama.

La distrazione gli è fatale perché Sabretooth gli sferra un colpo che sarebbe stato micidiale per chiunque altro.

Si sta leccando le labbra con soddisfazione quando vede la stessa cosa che ha visto Logan.

-La ragazzina.- borbotta.

Quello che fa subito dopo sorprende decisamente il suo avversario: abbandona la lotta, corre verso Lady Deathstrike e l’afferra per il collo allontanandola da Laura Kinney.

-Non ti avevo avvertito, Oyama?- dice -Non dovevi toccare Wolverine e X-23: loro sono miei.-

-Non sei tu a dirmi cosa devo fare.- ribatte, sprezzante, Lady Deathstrike.

-Io dico di sì.-

Un secondo dopo si ode il tipico rumore di un collo spezzato e Sabretooth lascia cadere a terra il corpo di Lady Deathstrike col capo innaturalmente piegato.

Il campo di battaglia si fa quieto. Gli X-Men cominciano a circondare Sabretooth.

-Tranquilli.- dice quest’ultimo allargando le braccia in segno di resa -Non oppongo resistenza.-

Wolverine gli punta gli artigli al mento.

-Non so cos’hai in mente, Creed , ma…-

-Non ho nulla in mente.- ribatte lui -È semplicemente che sono solo contro sette… no: diciamo otto… avversari molto potenti. Sono pragmatico, tutto qui.-

Laura lo guarda perplessa.

-Tu mi hai difeso, perché?- gli chiede.

Creed piega le labbra in una specie di sorriso e risponde:

-Troppo complicato da spiegare, ragazzina. Diciamo che non mi va che nessuno a parte me uccida Logan e qualcun altro della sua famiglia. Accontentati di questo.-

-Avrei potuto cavarmela da sola.- ribatte Laura.

-Oh, non ne dubito. Hai la stessa grinta di tuo padre.-

Laura sorride soddisfatta.

Intervengono gli agenti del F.B.S.A. guidati dal Vice Direttore Maria Hill.

-Tempismo eccellente.- commenta, ironico, Banshee.

La donna gli scocca un’occhiataccia.

Il cadavere di Lady Deathstrike è caricato su un’ambulanza.

Sabretooth e Cyber, trattenuti da speciali manette e collari inibitori dei loro poteri, sono caricati su uno speciale furgone.

Mentre sale, Sabretooth rivolge un ultimo sorriso a Logan e Laura.

-Che ne sarà di loro?- chiede Ciclope.

-Saranno inviati in un carcere speciale per superumani estremamente pericolosi varato di recente, dove aspetteranno il processo.- risponde la Hill poi guarda l’uomo che viene infilato in un’auto scortato da due agenti ed aggiunge -Malcolm Colcord lo terremo sotto custodia protettiva. Ha molte cose da raccontarci e ce le dirà tutte, ve lo assicuro. Vi terremo informati. Io non lo farei, ma così vuole il Direttore Sitwell e devo adeguarmi.-

-Se non altro è schietta.- commenta Kitty.

-E Lady Deathstrike?- chiede Wolverine.

-La porteremo a Quantico e le verrà fatta l’autopsia, per quanto la causa della morte sia evidente. Dopo immagino che sarà sepolta o cremata a spese del Governo, a meno che qualcuno non ne reclami il corpo. Sapete se ha parenti?-

-Nessuno, che io sappia. Suo padre è morto da tempo, la madre quando era bambina e non mi risulta che avesse fratelli.-

Wolverine rimane silenzioso per un secondo o due poi soggiunge:

-Posso occuparmi io del funerale, se è possibile.-

-Credo di sì. Ma perché vuoi farlo ? A quanto ne so, l’unico scopo di quella donna era ucciderti.-

Wolverine accenna un sorriso e replica:

-Non credo che potresti capire, pupa, chiamala, se vuoi, una questione d’onore.-

 

 

EPILOGO UNO

 

 

Genosha, ufficio del Governatore Generale

 

Alda Huxley chiude il suo laptop, si appoggia allo schienale della sua poltrona e riflette sulle sue prossime mosse.

Presto Magneto attaccherà, ne è certa grazie alle sue spie. Quando ciò accadrà il Signore del Magnetismo avrà una brutta sorpresa, Tutto quello che otterrà sarà di lanciarla verso il potere.

La Dottoressa Huxley sorride soddisfatta. Nonostante qualche intoppo, tutto sta andando perfettamente.

 

 

EPILOGO DUE

 

 

Istituto Xavier di Istruzione Superiore, Salem Center. North Salem Town, Contea di Westchester, NY.

 

Henry Phillip McCoy, alias la Bestia, non avrebbe mai voluto dover affrontare il compito che ora gli tocca ma fa parte del ruolo che ha accettato e deve prenderne il peggio come il meglio.

Conosce tutti i ragazzi, due maschi e due femmine, che stanno entrando nel suo ufficio, i giovani fratelli Guthrie, la nuova generazione di studenti di quella notevole e numerosa famiglia.

-Voleva vederci, Professor McCoy?- chiede Joshua Guthrie le cui ali spiccano sulla sua schiena.

Hank sospira. È arrivato il momento. Scambia uno sguardo con Scott Summers poi si schiarisce la voce e parla:

-Io… devo parlarvi di vostra sorella Paige.-

 

 

FINE

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Poco da dire su questa storia, quindi non perdiamo tempo ed andiamo subito al sodo: a livello di continuity questa storia si svolge in buona parte in parallelo a Gli Incredibili X-Men #36. Colosso appare in quella storia dopo la fine dello scontro con Sabretooth e soci e l’epilogo di questa è ovviamente successivo al finale di GIXM #36. Spero di essere stato sufficientemente chiaro.

            Prima di leggere il prossimo episodio non dimenticate di leggere Gli Incredibili X-Men #36, poi tornate qui perché i nostri eroi andranno in Russia e… ma perché dirvelo ? scopritelo da soli. -_^

 

 

Carlo



[1] Chief Executive Officer.

[2] La sede del Segretario Generale delle Nazioni Unite a New York.

[3] Gli Incredibili X-Men #33.

[4] Wolverine MIT #7/8.

[5] Il gheppio, un tipo di falco.

[6] Wraith in Inglese significa: fantasma, apparizione .

[7] Ed è andata proprio così, come ben sa chi ha letto Generation X Vol. 1° #75 (In Italia su X-Men De Luxe #82)

[8] Chief Executive Officer, equivalente del nostro Amministratore Delegato.

[9] Ebbene sì è una citazione, e allora? -_^